Jordi si unisce ad Acacias38

Qualche giorno fa vi avevo comunicato che Jordi stava lavorando per Boomerang e molto probabilmente per Acacias38 ,”Una Vita” in Italia. Ebbene sì, oggi è stato finalmente confermato dalla Maydel, l’agenzia che rappresenta Jordi. Il nostro Actorazo  darà vita a Simon Gayarre, un giovane responsabile, molto educato e riservato, che  negli ultimi anni ha servito diverse famiglie dell’ aristocrazia e ciò gli ha permesso di viaggiare, apprendere lingue e convertirsi in un eccellente maggiordomo. Simon arriverà ad Acacias per cercare qualcosa relazionato al suo passato. Troverà quello che stava cercando? Per saperlo non ci resta che aspettare!

Continuate a seguire il blog!

 

Pubblicità

Jordi per Boomerang TV

Dopo tanti mesi di silenzio torno da voi con una notizia che mi è arrivata fresca fresca dalla Spagna: da un paio di settimane Jordi sta lavorando per l’emittente Boomerang TV produttrice di Acacias38 alias Una Vita qui in Italia.

Non è certo, e Jordi non ha confermato nulla,  ma si può supporre che il nostro actorazo parteciperà ad Una Vita non come protagonista ma come uno dei personaggi che fanno da “coro” alla serie.  Lo rivedremo in Italia o forse no? A cosa starà lavorando?

Staremo a vedere…seguite il blog per approfondimenti!

A presto!

Avere 30 anni 

Nella vita di ognuno di noi ci sono delle tappe anagrafiche che reputiamo più o meno importanti m che segnano il passaggio da una condizione ‘ipotetica o reale che sia’ ad un’altra.

Ricordo quanto desideravo compiere 18 anni per rendermi indipendente prendendo la patente e non dover più chiedere a mia mamma di portarmi a destra o a manca; l’idea di responsabilità che pensiamo di avere da adolescenti è comunque diversa da quella che si concretizza dopo aver intrapreso la via della vita da soli o la convivenza. Ma beata ingenuità, i 18 anni rappresentano ancora quel l’ideale che mai perderà la sua allure, visto che nel maggior parte del mondo rappresenta la ‘maggiore età’.

Tanto si attende l’arrivo dei 18, quanto volano subito dopo.

E in men che non si dica, in un battito di ciglia ne compi 30.

Per me è stato un dramma: da ragazzina vedevo i trentenni come ADULTI, oltre che vecchi (passatemi il termine) per chi ne ha solamente 13… Ritrovarmi a compierli (5 anni fa) mi ha fatto tornare indietro e ovviamente ho stilato il mio bilancio.

Jordi oggi vive il suo primo trentennio di vita anche se credo che per lui non sia un dramma o meglio, non l’abbia vissuto come me. Dalla sua ha:

  • Un matrimonio felice con la donna che ama 
  • Una bambina appena nata, frutto di quel grande Amore
  • Una carriera che lo vede come artista poliedrico e camelontico già avviata ma che prevede ancora tutta una vita di opportunità
  • Dei fans che lo amano e lo rispettano professionalmente e umanamente

Questo è ciò che vediamo noi, poi chiaramente solo lui saprà la verità. Ma dalle sue ultime interviste e apparizioni, questo è ciò che è emerso.

E io non posso far altro che condividere con voi gli auguri per il nostro super actorazo, che in queste settimane in Italia sta dando il meglio di sè in quanto a interpretazione.

A 30 anni si era UOMINI, oggi posso affermare che molti non lo sono: non sanno cosa significa sbarcare il lunario, abitare da soli, farsi un mazzo tale per mantenere il posto di lavoro, o avere una famiglia. Molti, non tutti.

Ho sempre detto e scritto che Jordi è fuori dal comune già solo per essersi sposato a 26 anni ( ditemi oggi quanti ne conoscete) e per il suo modo di essere ‘comune’ con pro e contro ( perché chiaramente, non è perfetto).

Buon compleanno Jordi: 30 anni sono una tappa importante. Ti auguro di continuare su questa via e di non smettere di crescere, perché solo così, con l’esperienza e la maturità possiamo guardare indietro agli errori e non commetterli più. Di qualsiasi natura essi siano, umani o professionali. Solo così si diventa UOMINI, con la U maiuscola e con un sorriso in più.

Con affetto e stima

Corinne

Entrevista a Mara Gutiérrez directora de Luciernagas

Hola Mara:

Muchas gracias por dedicarme unos minutos de su tiempo para responder a estas preguntas sobre el cortometraje “Luciérnagas”.

¿Cómo surgió la idea clave de la desaparición de la electricidad?

En el 2012 haciendo una lluvia de ideas para escribir un guión, me acordé de un documental que hablaba sobre la profecía de los mayas en el que trataban el “fin del mundo” tal y como lo conocemos, contaba que una de las cosas que podía suceder era que nos quedáramos sin energía eléctrica durante un tiempo, y pensé que era una muy buena premisa para contar una historia, así que empecé a escribir Luciérnagas.

¿Cómo se estructura la vida de los personajes? ¿Cómo surgió la idea de las nuevas formas de generar energía?

Nuestros personajes se encuentran como resultado del viaje que emprende nuestra protagonista, Olatz, y acaban juntos los 4 en la casa, localización central del cortometraje, intentando sobrevivir, y convivir dependiendo el uno del otro, cada uno de ellos con su obsesión y sus deseos.

¿Crees que podríamos sobrevivir en el mundo sin electricidad? ¿Podríamos, como en la Edad Media, vivir de ese modo o estaríamos destinados a morir? ¿Se impondría la regla de la supervivencia natural?

Yo creo que si podríamos sobrevivir en un mundo sin electricidad, tal y como la conocemos, el ser humano es capaz de adaptarse y aprender a subsistir con lo que tiene, aunque estemos mal acostumbrados. Primero aparecería el caos, el miedo, y sería muy difícil pero al final lo que vale es sobrevivir y el ser humano tiene la capacidad para reinventarse y construir un modelo distinto de organización y convivencia; En Luciérnagas mostramos como la convivencia entre iguales ayudándose los unos a los otros puede servir para salir adelante, aunque siempre, y más en una situación tanta dificultad, finalmente te preocupes por tu pequeño núcleo, luches y protejas  a tu familia.

¿Cuál será la duración de este corto?

Hemos entrado en la fase de postproducción, a si que ahora iremos viendo los tiempos de nuestra película, pero calculamos que sean unos 20 minutos.

¿Dónde se filmó?

Filmamos durante 4 días en Guadamur, Toledo, donde nos acogieron, haciéndonos sentir como en casa.

¿Cómo surgió la participación de Jordi? ¿Podría contarnos cómo ha sido trabajar con él?

Estaba buscando actores que me encajaran para el papel de Albert, y di con Jordi, ya había visto trabajos suyos, y pensé que era perfecto para el  papel, conseguí contactar con él y nos reunimos, ví que entendía perfectamente al personaje, y me sentí muy a gusto. A sido un placer trabajar con él, muy fácil de entendernos y muy buen compañero, siempre con una sonrisa y haciendo bromas.

Aquí en Italia hemos conocido a Jordi a través de “El Secreto de Puente Viejo”, y  le estamos siguiendo en todos sus proyectos: musicales, con las delegaciones italianas que van al teatro a verle, entrevistas, y a través de Internet en la serie “El Ministerio del Tiempo“, donde tuvo un pequeño papel en el capitulo final de la primera temporada.

Estamos deseosos de ver su trabajo en “Luciérnagas”. ¿Cree que llegará a Italia? De lo contrario, ya que el público es a menudo de cortometrajes seleccionados, ¿podría usted decirnos dónde y cuándo podríamos verlo?

La idea de Luciérnagas es moverlo por todo el circuito de festivales, así que esperamos que llegue a Italia, Todavía no sabemos cuando va a ser el estreno, pero os informaremos de ello. Muchas gracias por poneros en contacto conmigo, ha sido un placer hacer está entrevista con vosotros.

Gracias por su valioso tiempo y buena suerte para el próximo estreno!

Intervista a Mara Gutiérrez, regista di Luciernagas

Giorni intensi questi, anniversario dei Coll, nascita di Jael…prove di Molt Soroll…però tra gli ultimi progetti di Jordi c’è stato anche un cortometraggio.

Ho fatto qualche domanda alla regista, Mara Gutierrez.

Buongiorno Mara, grazie mille per avermi dedicato alcuni minuti del Suo tempo per rispondere a queste domande sul cortometraggio “Luciérnagas”.

Come nacque l’idea chiave della sparizione dell’elettricità?Nel 2012 mentre avevo una pioggia di idee per scrivere una sceneggiatura, mi sono ricordata di un documentario che parlava della profezia dei Maya, dove trattavano la “fine del mondo” tale e quale a come la conosciamo; raccontava che una delle cose che potevano succedere era che noi rimanessimo senza energia elettrica per un un periodo, e ho pensato che poteva essere una buona premessa per raccontare una storia, così ho iniziato a scrivere Luciérnagas.

Come è strutturata la vita dei personaggi? Come nacque l’idea di nuove forme per generare l’energia? I nostri personaggi si incontrano grazie al viaggio che intraprende la nostra protagonista, Olatz, e finiscono loro 4 insieme in una casa, luogo centrale del cortometraggio, tentando di sopravvivere, e convivere dipendendo l’uno dall’altro, ognuno con le sue ossessioni e i propri desideri.

Credi che potremmo sopravvivere nel mondo senza elettricità?Potremmo, come nel Medioevo, vivere di questo mondo o saremmo destinati a morire? Si imporrebbe la regola della sopravvivenza naturale?Io credo che se potessimo sopravvivere in un mondo senza elettricità, tale e quale a come la conosciamo, l’essere umano sarebbe capace di adattarsi e imparare a sopravvivere con quello che ha, anche se non siamo abituati. Per prima cosa, comparirebbero il caos, la paura, e sarebbe molto difficile però alla fine quello che conta è sopravvivere e l’essere umano ha la capacità di reinventarsi e costruire un modello diverso di organizzazione e convivenza; in Luciérnagas mostriamo come la convivenza tra esseri uguali che si aiutano l’uno con l’altro possa servire per andare avanti, anche se sempre, e soprattutto in una situazione difficoltosa, ti preoccupi per il tuo piccolo nucleo, combatti e proteggi la tua famiglia.

Quale sarà la durata di questo cortometraggio? Siamo arrivati alla fase di post-produzione, così che ora vedremo i tempi della nostra pellicola, però calcoliamo che sia lungo una ventina di minuti.

Dove lo avete ripreso? Abbiamo ripreso  4 giorni in Guadamur, Toledo, dove ci hanno accolti facendoci sentire come a casa.

Come nacque la partecipazione di Jordi? Potrebbe raccontarci come è stato lavorare con lui? Stavo cercando attori a cui affidare il ruolo di Albert, e di Jordi, già avevo visto alcuni suoi lavori, e ho pensavo che fosse perfetto per il ruolo; sono riuscita a contattarlo e ci siamo riuniti, vedevo che capiva perfettamente il personaggio, e mi sono sentita molto a mio agio. E’ stato un piacere lavorare con lui, ci siamo capiti molto facilmente ed è un bravo collega, sempre con il sorriso e spiritoso.

Qui in Italia abbiamo conosciuto Jordi attraverso “Il Segreto”, e lo stiamo seguendo in tutti i suoi progetti: musicals, con la delegazione italiana che vanno a vederlo a teatro, interviste, e attraverso Internet nella serie “El Ministerio del Tiempo”, dove ha avuto un piccolo ruolo nel capitolo finale della prima stagione.Siamo desiderosi di vedere il suo lavoro in “Luciérnagas”. Crede che arriverà in Italia? In caso contrario, già che il pubblico è spesso di cortometraggi selezionati, potrebbe dirci dove e quando potremmo vederlo?L’idea di Luciérnagas sarà trasferita per tutto il circuito dei festival, così che speriamo che arrivi anche in Italia. Ancora non sappiamo quando sarà l’esordio, però vi informeremo. Grazie mille per esservi messi in contatto con me, è stato un piacere fare questa intervista con voi.

Grazie a te Mara

Il dramma di Gonzalo e la straordinaria interpretazione di Jordi Coll

Chi approda su questo blog lo fa chiaramente per cercare informazioni su Jordi Coll. Ovvio. Come ho sempre detto e scritto, non parlo solo di Jordi, ma parlo anche dei miei pensieri e di ciò che mi passa per la mente quando sono colpita da un qualche cosa che lo riguarda.

In questi giorni abbiamo assistito alle puntate più struggenti della seconda stagione: la morte di Tristan Castro, e l’abbandono dell’attore che lo ha interpretato, Alex Gadea. Tristan, marito di Pepa e padre di Martin/Gonzalo.

Sono una persona solare, mi piace ridere e scherzare, ma ammetto che tra i generi che amo di più, in tv o al cinema, sono predisposta al dramma. Far ridere dicono che sia più difficile che far piangere, ma diciamoci la verità, un attore si misura soprattutto con ruoli drammatici: l’intensità e il “calarsi” nella parte come fosse realtà è qualcosa di straordinario e affascinante. Per me chi riesce a emozionare e a trasmettere ciò che il ruolo richiedere è degno di stima e ammirazione perchè sa fare il proprio lavoro.

Ci sono delle cose che avrei voluto chiedere a Jordi, ma  se per noi questi giorni sono intrisi di lacrime e dispiacere per la scomparsa del Capitano, in casa Coll ferve l’impazienza e l’ansia per l’arrivo di Jael. Non era quindi il caso di disturbarlo con questo, ma sicuramente alla prossima intervista, non mancherà questa domanda: come ci si prepara ad affrontare un ruolo così drammatico? e qual è il coinvolgimento che si ha? Una volta terminato passa tutto o te lo porti a casa e permane per qualche giorno?

11698877_1668621036704307_4148826886930383629_o
Io sono dell’idea che quest’immagine dica tutto. Le parole sono un semplice contorno, sono quelle che marcano l’intensità della scena e del momento che sta vivendo il personaggio. Le parole sono un corollario, perchè io qui potrei anche smettere di scrivere: questa è l’immagine del DOLORE. 11219545_1668620926704318_6787526421203415745_o

E il dolore, la perdita ci fanno pensare. Ci fanno riflettere e ripercorrere il passato. Vediamo il futuro come un grosso punto interrogativo, che c’è sempre stato, ma che cancella tutte le aspettative e i desideri che fino a quel momento avevano albergato nella nostra mente e nel nostro cuore. E questo è : RABBIA,

seguita da una grande AMAREZZA.

11059626_1668624703370607_2937764963572532526_o (1)A volte il binomio bellezza e bravura interpretativa fanno fatica a coesistere, per me, prima dell’estetica, vince la sua bravura. Puente Viejo gli ha dato una gran bella spinta nel mondo della televisione, ma soprattutto dell’interpretazione e gli auguro che possa cavalcarla perchè se la merita tutta.

Molte persone denigrano le soap per il basso profilo intellettivo, paragonato ai folleton tradizionali o ai fotoromanzi di un tempo. Beh, io ho sempre sostenuto che ne Il Segreto la sceneggiatura e l’ambientazione sono fatte molte bene: anche chi non è mai uscito da casa propria può rapportarsi ad un mondo nuovo e a questioni sociali sempreverdi. Se in più aggiungiamo anche il livello di recitazione che hanno tutti, beh, sinceramente il basso profilo ce l’ha chi lo contesta senza averlo seguito.  

Che dire di più? Gustiamoci d’ora in avanti l’evoluzione di Gonzalo/Martin uomo e non più “cura”, perchè è da uomo quale è, che da il meglio di sè!

A presto!

Molto rumore per nulla: la prima foto

 Ebbene sì, nonostante qualche mese di assenza sono tornata a scrivere.

Perdonate la mancanza, cercherò di farmi perdonare con la prima foto del nuovo progetto di Jordi, condivisa da uno dei compagni di teatro sul Twitter, Manu Guix.

Il cast al completo per questo musical dal sapore classico e tradizionale di Shakespeare, Molt Soroll Per No Res, titolo in catalano che sarà in cartellone il prossimo ottobre al Teatre Nacional de Cataluna a Barcellona.

Dalle varie pagine social trapelano già i commenti di vari gruppi che andranno a vedere il nostro Jordi a teatro che stando a quanto si è lasciato sfuggire interpreterà il ruolo che nel film del 1993 fu di Denzel Washington, don Pedro!

Creo en Dios, no en la Iglesia

Creo en Dios pero no en la Iglesia. Esta frase me ha gustado mucho y no porque la ha dicho mi madre sino por haberla escuchada en una novela, “El secreto de Puente Viejo”. Para los demás, el público de esta novela està  formado de amás de casa y segùn el parecer de muchos, esta audiencia no tiene un nivel cultural suficiente por utilizar el cerebro. Bueno, no es asì. Mucho más allá de los triángulos amorosos o de los clichés que son típicos de estas novelas, quien la sigue aprende algo de una cultuta diferente aunque muy similar a la nuestra (italiana), y puede reflexionar sobre algunos temás importantes en la sociedad contemporanea, como la homosexualidad, la politica y la religión. Si 4 milliones de italianos siguen El Secreto se habrá una razón.

Esto es un blog sobre Jordi Coll pero quiero escribir mi opinión por reflexionar y escuchar lo que ustedes opinan sobre esta cuestion.

En el capítulo trasmetido ayer en Italia (13/05/2015) , Gonzalo tuve una discusion con su mentor, Don Anselmo, por haber tomado la decision definitiva de colgar los habitos. Dejando la verdadera razon por la que tuvo esta decision (Maria) , las motivaciones que da a Don Anselmo  son muy actuales y esto me ha gustado: en una novela « ambientada » históricamente en los años 20 del siglo pasado, se hablan de cuestiones que todavia hoy , en el 2015, dividen el publico y hacen discutir. Creer o no creer en Dios, y sobretodo créer o no en la istitucion de la Santa Iglesia. Los guionistas han sido muy sensibles a este tema teniendo en cuenta la tradición de España, católica desde siglos, desde los reyes  Ferdinando Aragón y Isabela de Castilla. Desde entonces, los reyes de España se han llamado los Reyes Católicos por haber cumplido obra de evangelización realizada tambien a través de la inquisición española . Por quien ha visto la serie “El Ministerio Del Tiempo”, donde tuve una partecipacion tambien Jordi, en el 4 capítulo se viajaba en esta epoca, con la Reina Isabela y Torquemada. En la discusion entre Don Anselmo, ministro de Dios y de la Iglesia, correcto y justo, y su ex protegido, Gonzalo, se habla de la avaricia que tienen muchos de aquellos que rapresentan esta institución, en ese caso de Don Celso, que por dinero ha callado sobre el secuestro de Martin/ Gonzalo. Y más, su obra por encontrar nuevos seminaristas por ir de misión en el América Latina era destinada por chicos de familias facultosas y no por aquellos que sentian verdadera vocación o tenían el deseo de cumplir un nuevo viaje a la fe. Gonzalo lo dice muy claramente : él cree firmemente en Dios pero no cree en la Iglesia.

¿Cuántos sacerdotes ustedes conocen y de cuántos pueden hablar bien ? Yo soy católica y mi cura ha hecho mucho por nuestra comunidad , pero el siempre ha sido diferente de los demás quizas por  esto ha tenido muchos seguidores. Hay reglas , imposiciones en la Iglesia que no han cambiado con el tiempo y por estos dogmás y creencias que ya se deberian cambiar. Mi reflexión va más lejos de todo esto. Todo lo que el hombre toca , lo arruina. Naturaleza, vida, religión. ¿Qué es la religión? Una profesión de Fe claro, pero no debe ser la motivación o la justificación por cumplir actos en nombre de Dios que es Sacro y no debería ser nombrado. Cualquiera interpretación extrema puede causar daños , y eso se sabe.

Mi madre era protestante:  conociò a mi padre, se convirtiò catolica, se casò y cuando llegò a Italia empezò a ir a la misa. Dejò de ir después de poco tiempo porque no amaba los chismos de las mujeres, como Dolores Mirañar: cada vez que habia alguien nuevo en la comunidad, hay que decir algo. Y sobre ella también, negra entre blancos. Más, no comprendia la practica de la confesión: porque tenía que hacerlo en frente de un cura, que siempre permanecia un hombre con sus límites y sus pecados como todos? La conversión de mi madre ha sido por Amor, pero en su intimidad la protesta luterana estaba bien radicada: su frase historica siempre ha sido la que Gonzalo dijo ayer.

Querria saber lo que ustedes opinan sobre este tema, por entender vuestra opinión y ver quien piensa de una forma y quien en otra. Por leer argumentos válidos, siempre que lo hay, de porque uno deberia creer en la istitución de la Iglesia. Y lo más que me gustaria saber, a mi , como a todas las fans que siguen a Jordi, seria lo que opina él sobre esta cuestión tan delicada habiendolo “vivido” de alguna forma en la piel de Gonzalo.

Credo in Dio, ma non nella Chiesa

Questa frase mi ha colpito. E non perchè l’abbia detta mia madre o chissà chi, ma per il fatto di averla sentita in una telenovela, “Il Segreto” che per i più è seguita da massaie e casalinghe e che secondo il parere di chi giudica sempre dall’esterno, non ha un grado culturale tale da far usare il cervello. Non è così. Oltre ai triangoli amorosi, più o meno forzati, o ai clichè tipici di questi romanzi televisivi, chi la segue impara qualcosa di una cultura diversa, anche se simile alla nostra, impara un italiano fine e classico perchè ambientato in altri tempi e può anche permettersi di ragionare, se ha voglia, su alcuni temi. Come l’omosessualità, la politica e la religione. Se 4 milioni di italiani seguono il Segreto, ci sarà anche un motivo.

Questo è il blog su Jordi Coll, quindi mi sento di scrivere qui questo pensiero, ma anche per far riflettere e sentire le vostre opinioni.

Nella puntata andata in onda ieri in Italia, (13/05/2015),  Gonzalo, ormai deciso a spretarsi, discute con il suo vero mentore, padre Anselmo, delle motivazioni che lo hanno spinto a compiere questa decisione. Le argomentazioni che adduce l’ex cura sono più che attuali ed è questo che mi fa piacere: in una fiction, ambientata storicamente negli anni ’20 del secolo scorso, si affrontano temi che ancora oggi, nel 2015, fanno discutere e dividono la platea. Credere o non credere in Dio, ma soprattutto credere o no nell’istituzione di Santa Madre Chiesa. Gli sceneggiatori sono stati molto sensibili a questo tema, a mio avviso, considerando, com’è duopo, la tradizione secolare della cattolicissima Spagna, partendo da re Ferdinando D’Aragona e Isabella I di Castiglia. Non so se sapete che i re di Spagna, da allora sono chiamati los reyes catolicos, per l’opera, chiamiamola così, di evangelizzazione cattolica che hanno fatto anche attraverso l’Inquisizione Spagnola e con i decreti atti a convertire ebrei e musulmani, prima di espellerli definitivamente dal Paese. Per chi avesse seguito la serie “El Ministerio del Tiempo”, in cui ha partecipato anche Jordi, nella quarta puntata si viaggia proprio in questo tempo, con la Regina Isabella e Torquemada.

Durante la discussione tra don Anselmo, ministro di Dio e della Chiesa, retto e giusto e il suo ex pupillo, Gonzalo, si parla dell’avidità che hanno molti rappresentati della Chiesa, nello specifico ci si riferisce a don Celso, che pur di riempirsi le tasche di denaro, ha taciuto il rapimento di Martin/Gonzalo. E la sua opera di reclutamento di nuovi seminaristi da portare in missione in America Latina era rivolta più ai figli di buona famiglia che a quelli che potevano (forse?) sentire il desiderio o la vocazione di compiere un nuovo viaggio verso la Fede.

Qui non si tratta di credere o meno in Dio: Gonzalo lo dice chiaramente, ci crede. Ma non crede nella Chiesa. “Così offendi ciò che rappresento”, dice padre Anselmo. Ma andiamo a fondo e veniamo ai giorni nostri.

Quanti sono i preti che conoscete e di cui potete parlare bene? Io sono cattolica, ho praticato fino quasi ai 30 anni, andando a messa, confessandomi e seguendo le funzioni. Il mio parroco, di cui ho parlato molte volte su The Morning Later, ha fatto molto per la mia piccola comunità, ma è sempre stato un po’ naif, una mosca bianca e forse per questo ha avuto molti seguaci, perchè non si è completamente piegato ai voleri imposti e ci ha messo del suo. Ci sono delle regole, delle imposizioni nella Chiesa che non si sono ammodernate e i dogmi e le convinzioni, mi permetto di dire, spesso lasciano il tempo che trovano. La mia non è una polemica, ma è una riflessione che va oltre. Tutto ciò che l’uomo tocca, rovina. Natura, vita e religione. Che cos’è poi la religione?  Una professione di Fede, certo. Ma non deve essere il motivo o la giustificazione per compiere determinati atti in nome di Colui che è sacro e che non si dovrebbe nominare. Ogni interpretazione estrema causa dei danni, lo sappiamo.

Mia madre era protestante: ha conosciuto mio padre, si è convertita in cattolica, si è sposata e quando è arrivata in Italia ha iniziato a frequentare la Chiesa. Ha smesso dopo poco tempo perchè non sopportava il ronzio delle comari che ogni volta che entrava qualcuno di nuovo aveva qualcosa da dire.Oltre a lei, chiaramente, nera in mezzo ai bianchi. Inoltre non capiva la pratica della confessione: perchè doveva farlo davanti ad un prete, che rimaneva comunque un uomo coi suoi limiti e i suoi peccati come tutti? La conversione era avvenuta per Amore, ma nel suo intimo la protesta luterana era radicata, tant’è che la sua frase storica è sempre stata quella citata da Gonzalo ieri.

Non voglio fare una dissertazione politico-religiosa: vorrei solo che scriveste ciò che pensate, per capire, nel nostro piccolo, quanti la pensano in un modo o nell’altro. Per leggere anche valide argomentazioni, se ce ne sono, del perchè bisognerebbe credere nell’istituzione ecclesiastica.

Tra parentesi: la cattolicissima Spagna, ormai, non lo è più.

Jordi Coll e Marta Tomasa insieme ai giocatori del Real Madrid per la lotta contro il cancro

Non si parla di lavoro oggi, ma di solidarietà.

Secondo quanto riporta il sito elboletin.com (http://www.elboletin.com/contraportada/115985/futbolistas-madrid-asociacion-contra-cancer.html), oggi più di 2500 volontari si riuniranno per raccogliere fondi per la lotta contro il cancro per l’Asociacion Espanola Contra el Cancer (AECC, prima entità privata che destina più denaro per la ricerca. Ci saranno più di 500 banchetti in giro per il centro di Madrid, e tra questi, oltre ai giocatori del Real Madrid, parteciperanno anche Jordi e Marta.

Per chi fosse a Madrid e avesse l’opportunità di vederli e DONARE, può farlo alle 17 di oggi presso questo banchetto situato:

Mesa Hard Rock Café. C/ Castellana, 2

Inés Entrecanales, Vicepresidenta aecc Madrid
Arantxa de Benito 13:00h
Alex García Fernández 17:00h
Mabel Lozano 14:00h
Rodolfo Sancho
Jordi Coll 17:00h
Marta Tomasa 17:00h

I soldi ricavati si utilizzeranno per finanziare progetti destinati alla ricerca oncologica, perchè “la ricerca è vita”.

In questa coppia il cuore non manca!