Di nuovo a teatro!



Ebbene si! Pare che Jordi tornerà a teatro con l’amico di sempre, Ferran Gonzalez nel musical Clicks ideato proprio da lui e già in scena da diverso tempo. 

Pare che sia lui che Marta che Momo saranno special guests nei vari spettacoli che ricordo riprenderanno il 10 aprile al teatro Alcala di Madrid.

Qui il link della notizia: 

http://www.broadwayworld.com/spain/article/CLICKS-llega-al-Nuevo-Teatro-Alcal-20150327

Che dire?  Appena si sapranno le date le pubblicherò così che se volete fare un giro a Madrid quando Jordi presenzierà allo spettacolo potrete organizzarvi!!!

A presto 

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Alcune domande su Jordi Coll a Javier Olivares, creatore e sceneggiatore del Ministerio del Tiempo

michelle-jenner-javier-olivares-nos-hablan-isabel-espana-en-serie-canal-plus_MDSVID20131031_0186_3Qualche settimana fa ho contattato Javier Olivares, sceneggiatore e co-creatore con suo fratello (scomparso lo qualche mese fa) della serie di TVE El Ministerio del tiempo. Come già avevo anticipato, Jordi Coll presenzierà nell’ottavo episodio nel ruolo di un Luis Bunuel giovane.

Leggetevi l’intervista…

Prima di tutto grazie Javier per il tuo tempo e disponibilità a rispondere a questa piccola intervista per il blog jordicoll.org. Con la scusa che Jordi parteciperà nell’ottavo episodio della serie della prima stagione, ho cominciato a vederla e devo ammettere che la adoro!!! Amo la fantascienza, i viaggi nel tempo e posso affermare che è davvero ben fatta e veramente una serie di qualità. Nella rete stanno pubblicando molte interviste e articoli sulla serie che mi sembra difficile chiederti qualcosa che non ti hanno già domandato, per questo preferisco dividere questa intervista in due: la prima parte su di te e i tuoi lavori in televisione, la seconda su Jordi Coll.

Adesso che ci sono anche i sottotitoli in italiano, vorrei animare i miei compatrioti a vederla, non solo per Jordi, ma anche per il fenomeno che la serie sta avendo nelle reti sociali: è molto commentata, anche se l’audience non è delle migliori. Esistono diversi modi per vedere una serie, ovviamente attraverso la tv, ma anche su internet, in streaming, con la possibilità di vederla il giorno seguente ( come ho fatto io). Non credi che sarebbe il caso che i dati di ascolto si ampliassero anche ad altri mezzi audiovisivi come Internet che ti permettono di seguire e profilare gli spettatori e i loro gusti di consumo?

J.O.: si sta cominciando.Già si misurano gli ascolti in differita con la SMART TV e “El Ministerio del Tiempo” ha risultati notevoli ( supera il quarto di milione tranquillamente in ogni episodio). Nel sito web della catena, c’è una media di 263.000 visualizzazioni uniche per episodio ogni settimana. Non è vero che la nostra serie non ha ascolti. Quello che succede è che i nostri ascolti non sono tradizionali e si guarda la serie in altri modi. Credo che, in un modo o nell’altro, la nostra serie la vedano più di 3 milioni di persone ogni settimana. È un buon dato perché ( e questo è un altro tema) è una seria creata per raccontare storie, emozioni…non una serie preconcepita per il grande pubblico.

CN: Ti vedo molto attivo nelle reti sociali, si parla sempre di loro come un pericolo o qualcosa di negativo, ma ci sono anche implicazioni positive. Cosa pensi di questo fenomeno? È un aiuto per promuovere la serie?

J.O.: nelle reti sociali si trova il nostro pubblico. Il minimo che posso fare è comunicare con loro. Una serie è il suo pubblico. E quello di questa serie è meraviglioso.

Ogni paese ha la sua storia, il suo humour, il suo linguaggio, la sua cultura; le serie americane sono sempre state esportate in altri paesi per i risultati,anche se il mondo non conosce lo humour inglese/ americano o la storia americana. Pensi che esportando la serie in un paese che ha radici latine come l’Italia la gente potrebbe comprenderla o dovrebbe conoscere la storia della Spagna? Sarebbe necessario un adattamento alla storia del paese di destinazione? Lo faresti?

J.O.: El Ministerio del Tiempo ha molti strati narrativi. Potrebbe seguirla un italiano perfettamente. Poi rimane l’altra possibilità: che si faccia una versione italiana della serie. L’Italia ha una storia meravigliosa che creerebbe molto gioco, senza dubbi.

In molte interviste hai commentato che se avessi la possibilità di aprire una porta nel tempo, ti piacerebbe tornare indietro di qualche anno per poter parlare di nuovo con tuo fratello Pablo, ma nell’eventualità di poterlo fare di nuovo, dove ti piacerebbe fare questo viaggio nel tempo? Che epoca ti piacerebbe visitare o che momento storico?

J.O.: mi piacerebbe, in Spagna, viaggiare nell’epoca di Isabella e impedire l’espulsione degli arabi e degli ebrei. La Spagna sarebbe stata ancor migliore se si fossero fermati come esempio di paese multiculturale.

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Ho letto che già avevi in mente il cast per il Ministerio, Nacho Fresneda ha lavorato con te in Infidels, come Jordi Coll. Cosa ti ha portato a sceglierlo per il ruolo di Bunuel giovane?

J.O.: penso sempre a Jordi quando faccio una serie. È un bravo attore e un’eccellente persona. In questo caso, era perfetto per il personaggio.

Ci puoi anticipare come sarà questo Bunuel della residencia de estudiantes?

J.O.: è un Bunuel giovane che non aveva ancora deciso di fare cinema. Briccone e donnaiolo.

In cosa consisterà,in questo episodio, la missione del comando del tempo?

J.O.: nel 1924, nella residenza degli estudiantes, rappresentano una versione del Don Giovanni. E nel poster disegnato da Dalì, appare un tablet. Bisogna viaggiare per capire chi ha viaggiato nel tempo e lasciato quell’impronta lì.

Che cosa risalta di più di lui come attore?

J.O.: Jordi racchiude due cose molto difficili da avere: energia e capacità di emozionare nei piccoli dettagli. Ha uno sguardo che ti comunica il testo senza doverlo dire.

Da quando hanno girato Infidels, sono passati molti anni. Hai visto altri suoi lavori più recenti? Hai notato molto la sua evoluzione come attore?

J.O.: sì. L’ho visto nel Segreto. E sì, è migliorato molto, ma è normale: è giovane. Con me, in Infidels credo che debuttava in una serie ( meglio se te lo conferma lui). Jordi ha qualcosa di molto speciale, una voglia di imparare grandissima. E ogni giorno diventa un attore migliore perché ha la testa ben inquadrata.

Grazie quindi a Javier Olivares per il suo tempo e le sue risposte, io suggerisco, visto che ci sono anche i sottotitoli in italiano, di guardare la serie perchè è meravigliosa! Diversa dal solito e s’imparano molte cose nuove!

A presto

Corinne

Aqui, la traduccion de la entrevista en espanol:

ALGUNAS PREGUNTAS A JAVIER OLIVARES, CREADOR Y GUIONISTA DE EL MINISTERIO DEL TIEMPO

Antes de nada, gracias Javier por tu tiempo y disposición a responder a esta pequeña entrevista para el blog jordicoll.org. Con motivo de la participación  de Jordi Coll en el octavo capítulo de la serie, el último de la primera temporada, he empezado a verla y tengo que decir  que ¡me encanta!  Amo la ciencia ficción, los viajes en el tiempo y puedo afirmar que está muy bien hecha y es de verdad una serie de calidad.

En las redes están saliendo muchas entrevistas y artículos sobre la serie que parece difícil preguntarte algo que no te hayan preguntado ya, Por eso prefiero dividir esta entrevista en dos: la primera parte sobre ti y tus trabajos en televisión y la segunda sobre Jordi Coll.

Ahora que ya hay subtítulos en italiano, quiero animar a la gente de mi país a verla,  no solo por Jordi, sino por el fenómeno que la serie está teniendo en las redes sociales: es una serie muy comentada, aunque las audiencias no sean las mejores. Hay  diferentes maneras de ver a una serie, por supuesto a través de la  tv, pero también en internet, en streaming, teniendo la posibilidad de verla al día siguiente (como he hecho yo). No crees que sería hora que los datos de audiencia  se ampliasen a otros medios audiovisuales como Internet que te permiten seguir y perfilar los espectadores y sus gustos de consumo?

SE ESTÁ EMPEZANDO. YA SE MIDEN AUDIENCIAS EN DIFERIDO CON SMART TV Y “EL MINISTERIO DEL TIEMPO” TIENE UNOS RESULTADOS NOTABLES (SUPERA EL CUARTO DE MILLÓN TRANQUILAMENTE EN CDADA CAPÍTULO). EN LA WEB DE LA CADENA, HAY UNA MEDIA DE 263.000 VISIONADOS ÚNICOS POR CAPÍTULO CADA SEMANA. NO ES VERDAD QUE NUESTRA SERIE NO TENGA AUDIENCIA. LO QUE PASA ES QUE NUESTRA AUDIENCIA NO ES TRADICIONAL Y VE LA SERIE DE OTRAS MANERAS. CREO QUE, ENTRE UNAS Y OTRAS MANERAS, NUESTRA SERIE LA VEN MÁS DE 3 MILLONES DE PERSONAS CADA SEMANA. ES UN BUEN DATO, PORQUE (Y ÉSTE ES EL OTRO TEMA) ES UNA SERIE DISEÑADA PARA CONTAR HISTORIAS, EMOCIONES… NO UNA SERIE PRECONCEBIDA PARA EL GRAN PÚBLICO.

Te veo muy activo en la redes sociales, siempre se habla de ellas como un peligro o algo  negativo, pero hay  también implicaciones positivas. ¿Qué piensas de este fenómeno? ¿Es una ayuda para la promoción de una serie?

EN ESAS REDES ESTÁ NUESTRO PÚBLICO. LO MÍNIMO QUE PUEDO HACER ES COMUNICARME CON ELLOS. UNA SERIE ES SU PÚBLICO. Y EL DE ESTA SERIE ES MARAVILLOSO.

Cada país tiene su historia, su humor, su lenguaje su cultura, las series americanas siempre han sido exportadas a otros países por su éxito, aunque no todo el mundo conoce el humor inglés/americano o la historia americana. ¿Piensas que exportando la serie a un país que tiene raíces  latinas como Italia la gente podría comprenderla o tiene que conocer a la historia de España? ¿Se necesitaría una adaptación a la historia del país de destino? ¿Lo harías?

EL MINISTERIO DEL TIEMPO TIENE MUCHAS CAPAS NARRATIVAS. LA PODRÍA SEGUIR UN ITALIANO PERFECTAMENTE. LUEGO QUEDA LA OTRA POSIBILIDAD: QUE SE HAGA UNA VERSIÓN ITALIANA DE LA SERIE. ITALIA TIENE UNA HISTORIA MARAVILLOSA QUE DARÍA MUCHO JUEGO, SIN DUDA.

En varias entrevistas has comentado que si tuvieses la posibilidad de abrir una puerta en el tiempo, te gustaría que te llevara a unos años atrás, para poder hablar de nuevo con tu hermano Pablo, pero En caso de tener la posibilidad de poder hacerlo de nuevo, ¿adónde te gustaría hacer ese viaje en el tiempo? ¿Qué época te gustaría visitar? O ¿Qué momento histórico?

ME GUSTARÍA, EN ESPAÑA, VIAJAR A LA ÉPOCA DE ISABEL E IMPEDIR LA EXPUSLSIÓN DE ÁRABES Y JUDÍOS. ESPAÑA HUBIERA SIDO MUCHO MEJOR SI SE HUBIERAN QUEDADO COMO EJEMPLO DE PAÍS MULTICULTURAL.

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He leído que ya tenía en la cabeza el reparto para el ministerio, Nacho Fresneda trabajó contigo en Infidels, como Jordi Coll. ¿Qué te llevo a elegir a Jordi Coll para el papel de Buñuel joven?

SIEMPRE PIENSO EN JORDI CUANDO HAGO UNA SERIE. ES UN BUEN ACTOR Y UNA EXCELENTE PERSONA. EN ESTE CASO, DABA PERFECTO PARA EL PERSONAJE.

¿Nos puede adelantar como será ese Buñuel de la Residencia de Estudiantes?

ES UN BUÑUEL JOVEN QUE TODAVÍA NO HABÍA DECIDIDO HACER CINE. PÍCARO Y MUJERIEGO.

¿En qué consistirá en este capítulo la misión del comando del tiempo?

EN 1924, EN LA RESIDENCIA DE ESTUDIANTES, REPRESENTAN UNA VERSIÓN DE DON JUAN TENORIO. Y EN EL CARTEL, DIBUJADO POR DALÍ, APARECE UNA TABLET. TIENE QUE VIAJAR PARA SABER QUIÉN HA VIAJADO EN EL TIEMPO Y DEJADO ESA HUELLA ALLÍ.

¿Qué destacaría más de él como actor?

JORDI REÚNE DOS COSAS MUY DIFÍCILES DE TENER: ENERGÍA Y CAPACIDAD DE EMOCIONAR EN LOS PEQUEÑOS DETALLES. TIENE UNA MIRADA QUE TE DICE EL TEXTO SIN TENER QUE DECIRLO.

Desde que rodaron Infidels, han pasado muchos años, ¿has visto otros trabajos más recientes suyos? ¿Has notado mucho su evolución como actor?

SÍ. LE HE VISTO EN EL SECRETO DEL PUENTE VIEJO. Y SÍ, HA MEJORADO MUCHO. PERO ES LO NROMAL: ES JOVEN. Y CONMIGO EN “INFIDELS” CREO QUE DEBUTABA EN UNA SERIE (MEJOR TE LO CONFIRMA ÉL). JORDI TIENE ALGO MUY ESPECIAL, UNAS GANAS DE APRENDER ENORMES.  Y CADA DÍUA VA A SER MEJOR ACTOR PORQUE TIENE LA CABEZA MUY BIEN AMUEBLADA.

Mierda D’Artista candidato al Premio Max

Finalmente qualche bella notizia ci giunge dalla Spagna…. pare che il musical Mierda D’Artista, nel quale ha partecipato Jordi nel ruolo di Enrico Castellani, sia candidato al premio Max. Sapete cosa sono?

I Premi Max di Arte Scenica©,sono stati creati nel 1998 dalla Società Generale di Autori ed Editori con lo scopo di premiare e riconoscere il lavoro dei professionisti e la qualità delle produzioni più in rilievo dell’anno nell’ambito delle arti sceniche.

Gli obiettivi dei premi sono::

–  Riconoscere il lavoro realizzato dai creatori, interpreti  più rilevanti dell’anno precedente;

– ottenere il massimo coinvolgimento della società in stretta collaborazione con il settore professionale, culturale, pubblico e soggetti privati.

I premi Max ©  sono composti da diciannove categorie in concorso, i cui candidati, i finalisti e i vincitori sono scelti da diverse giurie, e tre premi speciali, nominati direttamente dal Comitato Organizzatore.
Categorie della competizione
2.1. Miglior spettacolo dramma
2.2. Miglior spettacolo di teatro musicale
2.3. Best Dance
2.4. Migliori spettacolo per bambini
2.5. Miglior spettacolo rivelazione
2.6. Miglior autore teatrale
2.7. Miglior autore rivelazione
2.8. Miglior adattamento o  versione teatrale
2.9. Miglior composizione musicale per le arti dello spettacolo
2.10. Miglior Coreografia
2.11. Miglior regia di scena
2.12. Miglior scenografia
2.13. Migliori costumi
2.14. Miglior progetto di illuminazione
2.15. Miglior Attrice
2.16. Miglior Attore
2.17. Miglior interprete femminile della danza
2.18. Miglior interprete maschile della danza
2.19. Miglior società di produzione o di arti dello spettacolo privati

Mierda D’Artista si colloca tra i 12 candidati al miglior spettacolo musicale…che dire? IN BOCCA AL LUPO!

Per maggiori info potete leggere qui:

http://www.broadwayworld.com/spain/article/Anunciados-los-candidatos-de-la-XVIII-edicin-de-los-Premios-Max-de-las-Artes-Escnicas-20150318

A questo punto

Domande Imprescindibili a Jordi Coll su “Pasion Criminal” che non puoi perderti

Vi riporto di seguito traduzione italiana dell’intervista fatta da Accidental Frame, la casa produttrice del film, a Jordi per l’uscita in sala il prossimo 17 aprile.

Raccontaci, com’è nata l’opportunità di lavorare in “Pasion Criminal” e cosa ti ha attratto del progetto?
La verità è che l’opportunità è sorta grazie ad un amico in comune con Ruben, Miquel Garcia Borda. Mi disse che si stava per iniziare a girare il film. La prima cosa che mi ha attratto del progetto è stato il genere. Non è comune in questo paese partecipare a progetti di “horror” e ancora meno ad uno stile, diciamo…duro. E’ un genere abbastanza consumato, ma arriva sempre da produzioni straniere.

Nel film interpreti Victor Sanchez, cosa puoi raccontarci del tuo personaggio?
Victor è un pover uomo. Per prima cosa vive con il trauma del crudele assassinio dei suoi genitori, sommato al fatto che la principale sospettata è stata sua sorella, per questo ha deciso di fuggire. Sotto pressione e dolore.
Torna per provare a rifarsi una vita con la sua fidanzata, ma nella sua famiglia c’è un oscuro segreto dal quale non può scappare e questo gli porterà mooooolti problemi.

Anche se le scene che hai girato hanno una gran carica drammatica, anche con Mariona Gines e Saki Ito, sei intervenuto in una scena divertente dividendo il grande schermo con l’attore veterano Txema Lorente. Com’è stata l’esperienza con Txema? E cosa ne pensi dell’introduzione di elementi comici all’interno di un film horror?
Fantastico e divertente. Txema già di suo è un personaggio stesso( detto con tutto l’affetto). Sa rendere i suoi personaggi accattivanti e credo che questo sia molto importante. Sono a favore del fatto di introdurre elementi di humor in tutto. La vita, qualunque sia la situazione, è carica di humor. Ovvio, bisogna dosarla. Tutti abbiamo vissuto momenti dolorosi nella nostra vita che ci hanno portato a vivere emozioni a fior di pelle. Curiosamente queste situazioni di solito ci fanno passare dal pianto alla risata e viceversa. Ridere e piangere sono istinti dell’essere umano. I neonati lo fanno per comunicare poco tempo dopo la nascita. Così che, per riassumere, sono molto a favore di includere humor nei film dell’orrore e in tutto in generale.

Riportando il film ad un livello più tecnico e trattandosi ancora di un film indipendente, che differenza trovi tra lavorare al cinema e in televisione?
Nel cinema si ha un punto di vista più intimo. Questo è stato il mio primo film e il mio intervento è stato molto breve, per questo al momento non ho molta esperienza, ma quesra è la cosa più evidente che posso differenziare. Il fatto di girare con una sola telecamera ed essere un progetto, come dici, indipendente, riduce il numero di persone del cast, che fa si, a volte, che ci sia una maggior comunicazione.

Cosa puoi raccontarci di Ruben dos Santos, l’artefice di “Pasion Criminal”?
E’ un tipo moplto diretto e chiaro, e questo fa sempre piacere. Nel lavoro soprattutto. Ha molta esperienza davanti e dietro le telecamere e soprattutto è molto coraggioso. Portare avanti un proggetto oggi è molto difficile ma allo stesso tempo necessario. Poca gente dispone di grandi mezzi per lavorare. La proliferazione di progetti indipendenti con un budget basso ce lo dimostra. Lui sta in prima linea con le sue idee e questo è sempre da ammirare. A parte, come persona è molto vicina, è questo favorisce una buona comunicazione.

Da Accidental Frame ringraziamo Jordi Coll per averci concesso questa intervista dovuta alla sua partecipazione al film “Pasion Criminal”, la cui prima saà il 17 aprile al “Festival de Terror de Alicante”.

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El Incidente: garanzia di qualità

jordi coll ne El incidente

jordi coll ne El incidente

Torno a parlare de El incidente, la nuova serie con Jordi Coll attualmente in stand-by. Dico così perchè da qualche settimana a questa parte non si hanno più avuto notizie su questo progetto, creato da Boomerang TV apposta per Antenna 3. Si è parlato  di “retrocessione”, sono usciti articoli in cui pareva che la serie sarebbe stata passata a La Sexta ( la nostra Rete4) ma senza alcuna conferma da parte della catena stessa e con una data ancora da definirsi. Siamo tutti curiosi di sapere qualcosa in più su questo lavoro perchè vi ha partecipato Jordi Coll e perchè lui stesso, quando ne ha parlato, ne era entusiasta. Una progetto che lo avrebbe portato in prime time e quindi con un salto di visibilità notevole nel suo Paese.

Leggo su una rivista spagnola l’intervista fatta a  Ruth Garcia, sceneggiatrice e creatrice de “El Incidente” (http://issuu.com/zappingmagazine/docs/zapping_magazine__39/69?e=3629784/11636011).

Nonostante non ci siano notizie sul dove e sul quando verrà emessa, Ruth Garcia risponde a tutte le domande che riguardano il suo lavoro.

“Lo straordinario irrompe nell’ordinario” , questo lo slogan di questi mesi su El Incidente, una serie nella quale una comunità più o meno ermetica subisce un evento “strano”.

La sceneggiatrice ci dice che la serie si colloca in un paese di una qualsiasi “sierra” spagnola; volevamo un posto piccolo perchè normalmente è nei paesini che ci si conosce tutti, tutti sanno di tutti e se succede qualcosa gli abitanti funzionano come parte integrante di una grande famiglia. Un evento straordinario visto da un punto di vista completamente “naturale” ( vero nell’accezione Verghiana) in cui ognuno di noi si può immedesimare. In serie americane, come “Lost” ci sono dei personaggi ben definiti, Jack, l’eroe  buono, Sawyer quello che sceglie sempre la via più breve con furbizia: qui non ci sono nè eroi nè eroine proprio perchè si vuole far si che il punto di vista sia unico: quello del mistero. I personaggi, circa una quindicina, devono esternare le loro emozioni in base al mistero legato a questo “incidente”. Ruth Garcia tiene a sottolineare come a volte stessi eventi, rappresentati in serie americane, siano poco credibili in serie europee: ad esempio , la vista di un UFO in Kansas, non avrebbe la stesso eco di un UFO in Cuenca ( zona della Spagna). E proprio per questo hanno deciso di rendere questa serie il più credibile possibile, lavorando sul dramma quotidiano, sul terrore psicologico e sull’assoluta normalità dei personaggi.

E’ una serie emozionale, con una certa continuità, che vede svilupparsi 5 trame con pesi differenti in ogni episodio: non avrà nessun seguito, ma sarà unica.

Perchè vedere El Incidente ( a parte per Jordi Coll dico io)? Perchè ci si addentra in un mondo diverso da quale che siamo solito vedere, nonostante sia riconoscibile dallo spettatore. E per la qualità tecnica di Boomerang TV. Insomma, in barba a tutti i commenti negativi che abbiamo letto nei giorni scorsi, El Incidente è garanzia di qualità.

Rimaniamo in attesa di buone nuove.

-besazo

Entrevista a tu por tu con Jordi Coll: soy un hombre, no un personaje

10968130_1604884103078001_127367917_nDespués de sólo unos pocos meses del nacimiento de este blog, sin poderlo imaginar, sin planearlo, consigué entrar en contacto con Jordi Coll, conocerlo en directo, hacerle un par de preguntas a la tele y verlo en el teatro Flumen de Valencia en España. Y eso me ha ilusionado mucho. He escrito en el pasado como lo he hecho todo por mí mismo, con voluntad y perseverancia, pero sobre todo con la estima y el respeto hacia este actor que nos impresionó tanto en su primera aparición “16 años después de la muerte de Pepa” en El Secreto de Puente Viejo. Es un buen momento por Jordi, hace apenas un mes que vino aquì en Italia para promover la telenovela, huesped de programas importantes para nuestra casa y también saliente de la obra “Mierda D’Artista”. Gracias a su disponibilidad respondió a mi mensaje por facebook en la que le hice una pequeña entrevista para el blog y con amabilidad y una velocidad extrema, me dijo que sí: he enviado mis preguntas y él rápidamente en menos de 24 horas me respondiò.

Es un Jordi Coll al estado puro , que no tiene nada que ver con el personaje que interpreta y al que todos se refieren. No quiero aburrir mas, me gustaria que loa leiais, la respetais y la disfrutais.

Mi preguntas son preguntas sobre el trabajo de actor hoy en día, como lo ven los jóvenes y como ves el futuro de los actores en tu país y en general. Stanilavskij decía: “La juventud no debe solo asimilar los frutos de la cultura de sus padres, sino que debe elevar la cultura a nuevas cimas a las que no llegan las gentes de las anteriores generaciones”. Hoy muchos jóvenes quieren dedicarse a la actuación movidos por el atractivo que despierta el mundo del espectáculo, y algunas veces, parecen más motivados por el glamour que rodea a los artistas más que por el amor a su profesión o por formarse para desarrollarla, no contemplan el sacrificio que supone ser actor. ¿Qué piensas de esto y que consejos les darías a estos chicos y chicas jóvenes que quieren iniciarse en el mundo de la interpretación?

-En esto no estoy muy de acuerdo. En un eterno dilema. Si que hay gente que solo busca la fama. Pero una minoría. La carrera infinita de interpretación es muy dura y sin ninguna garantía. Muchos de los que nos dedicamos a esto pasamos largas temporadas de paro en el que siempre aprovechamos para formarnos, con el coste que esto significa. Re-invertimos en nosotros mismos para reinventarnos. No por dinero o fama ( si no no nos gastaríamos este dinero en algo que es invisible al público) sino para encontrar nuevas formas de expresión artística. Como un atleta cuando entrena. Si hay alguien que quiera ser “famoso” que entre en la casa de gran hermano se haga tertuliano de algún programa. Dicho con todo respeto a estos. Que cada uno consiga lo que quiera. Cada uno es libre de hacer lo que quiera. El problema es cuando se mezclan las cosas. No se puede pretender entrar en la vida de un actor, futbolista, pintor, periodista, músico,…Cada uno ejerce su profesión como mejor puede y sabe. Nada más. El tema es que vende. Es evidente que un actor que sale en televisión tiene mucha mas visibilidad que otro que solo hace teatro. Y evidentemente tiene que promocionar el producto que hace sea en el medio que sea. Ahora, la forma en que esto sucede lo marca la industria que a su vez se basa en el público ( o eso dicen). Solo hay que ver cualquier entrega de premios. Que industria sale mas beneficiada: La del cine, para poner un ejemplo claro, o la de la moda? Duran casi tanto las “alfombras rojas” como las galas. Y sin ninguna duda siempre se pregunta de qué, quién y como van vestidos los asistentes. Es una mezcla de negocios que se apoyan entre si. Y podríamos decir muchos. Con todo esto no quiero decir que esté mal. Ni mucho menos. Solo que es parte del negocio. Para poner un ejemplo: Es como la botella de Cocacola. La botella es como se presenta el mundo aparente detrás de las cámaras con sus historias. Y la Cocacola es la película. Otra pregunta: Quien crea la “fama”? Los acotres, el publico o las productoras y cadenas? Es muy dificil responder porque son circolo. La productora elige a un elenco que es el que llega al publico, en un proyecto. El público no tiene conocimiento del enorme ejercito de actores y actrices a los que no ven, de momento, hasta que no salgan, sobretodo, en un medio audiovisual. El glamour, las entrevistas, las promociones,…es todo una forma de vender el producto. Muy legítima por supuesto. Todo negocio hay que promuoverlo y promocionarlo. Y en referenzia a la frase de Stanislavskij. Estoy muy a favor. Pero por suerte creo que sucede solo. Cada generación vive momentos distintos de la historia. Muchas veces el motor es el mismo pero visto desde una perspectiva distinta. Los clásicos son clásicos porque tocan temas atemporales que acompañan a la humanidad por toda la historia. Pero las formas son infinitas. Los jovenes de hoy estan escribiendo los clásicos de mañana y sucesivamente. Solo el hecho de crear, pararse a pensar como infocar un personaje,…es un ejercicio creativo y por lo tanto un intento de “elevar” la cultura a otro estado. De visiones hay tantas como ojos. Eso es lo que nunca nadie le podrà quitar al ser humano. Ah y a todo aquél, joven o no, que quiera dedicarse a esto mucho ánimo y sed valientes. Por suerte se trata de una carrera de fondo donde no importa tanto el triunfo momentáneo como el ir haciendo camino. (PERDON POR EXTENDERME TANTO, MENUDA CHAPA. ES QUE LA PREGUNTA ME HA GUSTADO. PERDON).

¿Qué sacrificios has tenido que hacer para dedicarte a tu carrera como actor?

– Sacrificios ninguno. Si que he tenido que renunciar a cosas como tener un futuro estable o una rutina estable y alguna afición que otra per o todo lo hago para hacer lo que me gusta. Puedo decir que de momento soy muy afortunado. Espero que no cambie.

 En una pequeña entrevista que te hicieron el pasado año con motivo de tu asistencia a los premios Neox, dijiste que, aunque eres actor sigues siendo tímido, en parte te entiendo porque cuando estaba en la escuela hice teatro que me ayudó mucho a conocerme a mí misma. ¿Cómo has superado esa timidez en el escenario y como la administras?

La gracia está en que no soy yo. Yo hablo, pienso y actúo desde otro punto de vista. Yo sería incapaz de matar a nadie. En cambio me encantaría interpretar a un asesino. Soy timido digamos cuando estoy con mucha gente o cuando no estoy muy ubicado. Vamos como todo el mundo.

 Talento, formación artística, determinación y fortuna, ¿Cuál de estas cosas crees que es la más importante para conseguir el éxito en una profesión como la tuya?

-Formación y determinación las que mas. Ahora me estoy leyendo un libro (El actor y la diana de Declan Donnellan) que de las primeras cosas que dice es que todos tenemos talento. Absolutamente todos. Y yo lo creo. Asì que la diferencia está en la formación (cuantas mas mejor) y la determinación para no venirse abajo en momentos de desánimo. La fortuna cuándo viene ayuda!!

¿Cuáles son las ventajas y desventajas que tiene la popularidad? Del comportamiento que tienen los fans contigo ¿Qué actitudes te gustan y cuales te hacen sentir incomodo o avergonzado?

-Tiene la ventaja de saber si tu trabajo gusta o no. La desventaja es la misma. Estrella un poco estar en el punto de mira continuamente pero se aprende a vivir con ello. Generalmente conmigo la actitud es buena. Solo no me gusta cuándo la gente se cree que soy Gonzalo de verdad. Yo tengo mi familia y a mi mujer. Todo lo que es “Maria” para Gonzalo evidentemente no lo es para mi. Mucha gente confunde estas lineas y aveces se pasan pero son muy pocas. Que me griten me asusta eso si. Que me ha pasado alguna vez y casi muero del infarto. Entiendo la mítica frase que me dicen a veces “cada tarde estas en casa con nostro” y en verdad es muy bonita. Hacer compañia a la gente es muy bonito y te hace sentir especialmente bien. Pero claro a la vida fisica o por la redes sociales es imposible gestionar la “amistad” con tantas personas. Si tuviera que responder todos los mensajes que recibo a veces tardaria un año. Y tengo que dedicarme a mis cosas que no son pocas. Lo siento por la gente que se enfada y de verdad que me sabe mal. Aprovecho para decirlo desde aquì. LO SIENTO. Pero me gusta mantener esta distancia. A demás creo que así se guarda la magia de los personajes que al fin y al cabo son los importantes, no yo.

¿Qué actores son los que más te han influenciado en tu carrera?

-Absolutamente todos los actores y actrices con los que he trabajado. Y de nombres conocidos pues: Al Pacino, Tom Hanks, Robert de Niro, Christian Bale, Michael Fassbender, Ramon Madaula, Juan Diego, Juan Diego Boto, Sergio Peris Mencheta, Roberto Alamo,…y seguiria muchisimo. Y esto solo de chicos que de actrices: Meryl Streep, Julianne Moore, Judi Dench, Anne Hathaway, Marion Cotillard, Barbara Lennie, Anna Lizaran, Clara Segura,…Y podria estar horas.

Siento haberme extendido tanto, pero esta era una ocasion especial para poderte preguntar lo que queria saber!

Muchas gracias a ti. Yo tambien me he extendido bastante. Espero no aburrir. Ale! Un abrazo!

 Muchas gracias por tu tiempo y por tu amabilidad Jordi. Corinne.

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Intervista a tu per tu con Jordi Coll: sono un uomo, non un personaggio

Dopo solo pochi mesi dalla nascita di questo blog, senza che me lo potessi immaginare, senza averlo pianificato, sono riuscita a entrare in contatto con Jordi Coll, conoscerlo dal vivo, fargli un paio di domande e vederlo a teatro in Spagna. E questo mi entusiasma. Ho già scritto in passato come io abbia fatto tutto da sola, con volontà e costanza, ma soprattutto con stima e rispetto verso questo attore che ci ha colpiti così tanto da quell’ apparizione “16 anni dopo la scomparsa di Pepa” ne Il Segreto. E’ un bel periodo per Jordi, è appena stato in Italia a promuovere la telenovela, ospite di programmi importanti a casa nostra e reduce anche dallo spettacolo teatrale “Mierda D’Artista”. Grazie alla sua disponibilità ha risposto ad un mio messaggio su face book in cui gli chiedevo una piccola intervista per il blog e con estrema gentilezza e velocità, mi ha risposto di sì: gli ho inviato le mie domande e prontamente, in nemmeno 24 ore mi ha risposto. Mi ha scritto un Jordi Coll allo stato puro, che niente ha a che vedere con il personaggio che interpreta e  a cui tutti fanno riferimento. Non voglio protrarmi più di tanto, vorrei solo che ve la leggeste, la rispettaste e l’assaporiate.

 Le mie domande sono domande sul lavoro dell’attore oggi, come i giovani lo vedono  e come vedi tu il futuro degli attori nel tuo paese in generale.               Stanislavskii diceva : “La gioventù non deve solo assimilare i frutti della cultura dei genitori, ma deve anche elevare la cultura a nuove cime dove non sono arrivate le persone delle generazioni precedenti”. Oggi molti giovani desiderano dedicarsi alla recitazione mossi dall’ attrazione che si riversa per il mondo dello spettacolo, e alcune volte, sembrano più motivati dal glamour che ruota attorno agli artisti che all’ amore per la propria professione o per formarsi a svilupparla non considerano il sacrificio che prevede l’essere attore. Cosa pensi di questo e che consigli daresti a questi ragazzi e ragazze giovani che desiderano iniziarsi in questo mondo della recitazione?                          Su questo non sono molto d’accordo. E’ un eterno dilemma. E’ vero che c’è gente che cerca solo la fama. Ma una parte minima. L’infinita carriera della recitazione è molto dura e senza alcuna garanzia. Molti di noi, tra quelli che si dedicano a questo ,trascorriamo lunghi periodi di stop che sfruttiamo per formarci, con il costo che questo implica. Reinvestiamo in noi stessi per reinventarci. Non per soldi o fama ( se no, non sprecheremmo questi soldi in qualcosa che è invisibile al pubblico) ma per trovare nuove forme di espressione artistica. Come un atleta quando si allena. Se c’è qualcuno che desidera “essere famoso” che entri nella casa del grande fratello o che faccia salotto in qualche programma. Lo dico con tutto il rispetto per questi.  Che ciascuno ottenga ciò che desidera. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Il problema nasce quando si mescolano le cose. Niente di più. Il punto è che vende. E’ evidente che un attore che appare in televisione ha molta più visibilità di un altro che fa solo teatro. E evidentemente deve promuovere il prodotto che fa attraverso qualsiasi mezzo. Ora, il modo in cui questo succede lo definisce l’azienda che a sua volta si basa sul pubblico (questo dicono). Basta vedere qualsiasi  cerimonia di premi. Quale industria ne esce più beneficiata: quella del cinema, per parlare di un esempio chiaro, o quello della moda? Durano quasi di più i “tappeti rossi” quanto i galà. E senza alcun dubbio viene sempre domandato di cosa, di chi o come vanno vestiti i partecipanti. E’ un miscuglio di affari che si appoggiano tra di loro. E potremmo dire molti. Con ciò non voglio dire che è sbagliato. Né di meno. Solo che fa parte del business. Per fare un esempio: è come la bottiglia della Coca-cola. La bottiglia è come si presenta il mondo apparente dietro le telecamere con le sue storie. E la Coca-cola è il film. Altra domanda: chi  è che crea la “fama”? Gli attori, il pubblico o i produttori e le catene? E’ difficile rispondere perché sono circoli. Il produttore sceglie un cast che è quello che arriva al pubblico, in un progetto. Il pubblico non è a conoscenza del grande esercito di attori e attrici non vedendoli, in quel momento, finchè non fuoriescono, soprattutto in un mezzo audiovisivo. Il glamour, le interviste, le promozioni…è tutto un modo per vendere il prodotto. Molto legittima naturalmente. Tutti gli affari devono essere promossi e promozionati. E in riferimento alla frase di Stanislavskij. Sono molto d’accordo. Ma per fortuna credo che succeda una volta sola. Ogni generazione  vive momenti diversi della storia. Molte volte la forza motrice è la stessa ma vista da una prospettiva diversa. I classici sono classici perché toccano sempre temi senza tempo che accompagnano l’umanità per tutta la storia. Ma le forme sono infinite. I giovani di oggi stanno scrivendo i classici di domani e così via. Solo il fatto di creare, fermarsi a pensare come mettere a fuoco un personaggio … è un esercizio creativo e di conseguenza un tentativo di “elevare” la cultura ad un altro stato. Di visioni ce ne sono tante come di occhi. Questo è quello che mai nessuno potrà togliere all’essere umano. Ah, e a tutti quelli, giovani e no, che desiderano dedicarsi a questo, tanto animo e siate coraggiosi. Per fortuna si tratta una carriera nella quale alla fine  non importa tanto il trionfo momentaneo quanto il viaggio che hai compiuto. ( SCUSA PER ESSERMI DILUNGATO TANTO, SONO STATO NOIOSO, E’ CHE LA DOMANDA MI E’ PIACIUTA. SCUSA).

Che sacrifici hai dovuto fare per dedicarti alla tua carriera di attore?       Sacrifici nessuno. Sì che ho dovuto rinunciare a cose come  avere un futuro stabile o una quotidianità stabile o qualsiasi altra affezione piuttosto che altra, ma tutto lo faccio per fare quello che mi piace. Posso dire che in questo momento sono molto fortunato. Spero che non cambi.

 In una piccola intervista rilasciata l’anno scorso durante i premi Neox, hai detto che anche se sei un attore continui ad essere timido, in parte lo capisco perché quando  andavo al liceo feci teatro che mi aiutò molto a conoscere me stessa. Come hai superato questa timidezza sul palco e come la gestisci?                La fortuna è che non sono io. Parlo, penso e recito da un altro punto di vista. Sarei incapace di uccidere qualcuno. Al contrario mi piacerebbe interpretare il ruolo di un assassino. Sono timido diciamo quando sto con molta gente o quando sono fuori luogo. Beh, come tutto il mondo.

Talento, formazione artistica, determinazione e fortuna. Quali tra queste cose credi sia la più importante per ottenere il successo in una professione come la tua? Formazione e determinazione più di tutto. Adesso sto leggendo un libro (L’attore e il bersaglio di Declan Donnellan) che tra le prime cose che dice è che tutti abbiamo talento. Assolutamente tutti. E io lo credo.  Così che la differenza sta nella formazione ( quanta più , meglio) e la determinazione per non abbattersi nei momenti di scoraggiamento. La fortuna quando viene aiuta!!

 Quali sono i vantaggi e svantaggi che ha la popolarità? Del comportamento che hanno i fans con te: cosa ti piace e cosa ti mette a disagio o crea vergogna?Ha il vantaggio di sapere se il tuo lavoro piace o no. Lo svantaggio è lo stesso. Si scontra un po’ ( la popolarità) con l’essere nel mirino continuamente ma si impara a conviverci. Generalmente verso di me il comportamento è buono. Solo che non mi piace quando la gente crede che sia Gonzalo davvero. Io ho una famiglia e mia moglie. Tutto quello che è “Maria” per Gonzalo, evidentemente non lo è per me. Molta gente confonde questo limite e a volte lo oltrepassano ma quelli che lo fanno sono molto pochi. Che mi gridino mi da fastidio questo sì. Che mi è successo  alcune volte e quasi muoio di  infarto. Capisco la mitica frase  che mi dicono a volte “ ogni sera sei a casa con noi” e in verità è molto carina. Fare compagnia alla gente è molto bello e ti fa sentire specialmente bene. Ma è chiaro che  nella vita reale e nelle reti sociali è impossibile gestire “l’amicizia” con tante persone. Se dovessi rispondere a tutti i messaggi che ricevo  a volte passerebbe un anno. E devo dedicarmi alle mie cose ,che non sono poche. Mi dispiace per  coloro che si arrabbiano e davvero, questo mi fa stare male. Ne approfitto per dirlo da qui. MI DISPIACE. Ma mi piace mantenere questa distanza. In più credo che così si preservi la magia dei personaggi che in fin dei conti sono quelli importanti, non io.

 Che attori hanno influenzato la tua carriera? Assolutamente tutti gli attori e attrici con cui ho lavorato. E di nomi conosciuti beh: Al Pacino, Tom Hanks, Robert De Niro, Christian Bale, Michael Fassbender, Ramon Madaula, Juan Diego, Juan Diego Boto, Sergio Peris Mencheta, Roberto Alamo,… e ne seguirebbero moltissimi. E questi solo di uomini, di attrici; Meryl Streep, Julian Moore, Judi Dench, Anne Hathaway, Marion Cotillard, Barbara Lennie, Anna Lizaran, Clara Segura,… e potrei stare ore.

 Mi dispiace essermi dilungata tanto, ma questa era un’occasione speciale per poterti chiedere tutto quello che desideravo sapere. Molte grazie a te. Anch’io mi sono dilungato abbastanza. Spero di non avervi annoiato. Alè, un abbraccio!

 Grazie a te per il tuo tempo e gentilezza.

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